L'opera ricostruisce le vicende in quel sul lago di Como, secondo un'ottica diversa, più… vera. Utilizzando sottili ma arguti riferimenti alla società odierna, il Molinas ci spiega le vicissitudini che portarono i due promessi sposi a stare lontani per tanto tempo con originalità e brio. Così Lucia non è più una vergine indifesa e timorata di Dio, ma si interessa di inestetismi e cosmetici. Renzo non appare più come uno stinco di santo e più di una volta si lascia andare ai suoi istinti. E i bravi non hanno più carne e ossa, ma sono mostri. E l'Innominato ha un cuore…
Capovolta completamente la storia, ne esce fuori un ritratto sincero della vita di oggi, in cui ogni personaggio del Manzoni incarna una virtù, ma soprattutto una debolezza, dei tempi moderni. L'abilità del Molinas è proprio in questo: utilizzare le armi adoperate dal Manzoni nell'Ottocento per riportarle al mondo di adesso, facendosi dettare dal sarcasmo, dall'arguzia e dall'intelligenza le linee guida della trama. Ma alla fine Renzo e Lucia staranno di nuovo insieme?
Con questa curiosità il lettore scorre pagina dopo pagina l'opera, cercando di non ridere troppo e di cogliere tutti i messaggi che l'autore dissemina lungo il percorso con maestria. Ormai in pensione, Giovanni Molinas ha infatti avuto modo di intessere un romanzo davvero spiritoso e ben fatto, che sicuramente farà discutere molto critica e pubblico.